Sollecitato da più parti, sono stato chiamato a dare una interpretazione sull’etica nella pesca a mosca.
E’ un argomento appassionante, complesso e per alcuni perfino opinabile perché certi principi recepiti a suo tempo, per una serie di motivi contingenti, man mano pare si siano modificati e negli anni  hanno generato  scelte e tecniche che, pur lecite e rispettabili in quanto espressione  del libero arbitrio, della passione e della ricerca, stanno modificando il concetto, lo spirito primario e la pratica della pesca a mosca.
Il mio obiettivo sarebbe di preservarne l’integrità etica, tecnica o come dir si voglia, pur con le difficoltà derivanti dal continuo depauperamento delle acque disponibili.
Non è mia intenzione criticare, limitare o modificare comportamenti di chicchessia purchè leciti; il mio  vuole essere solo un appello, un invito  accorato all’osservanza delle regole di comportamento e al ripristino, se possibile, del concetto  di pesca a mosca quale ci fu tramandato  e che, trovandolo bellissimo, cercammo a nostra volta di trasmettere.

Salvo rare eccezioni chiunque oggi legga  questo scritto sappia che è un discendente diretto o indiretto, un figlioccio putativo di coloro che hanno diffuso la pesca a mosca in Italia. Evidentemente nel “passa parola” qualcuno poi ci ha aggiunto del suo…

Mi scuso fin da adesso, se nell’enfasi, qualcuno si sentisse coinvolto o toccato  in prima persona.