Dal Notiziario C.I.P.M. – Dicembre 1975
"La ferrata"
Per
ferrata si intende quell’azione impressa alla canna, derivante
dall’impulso del polso o del braccio, tesa a far sì che sotto la
trazione improvvisa l’amo della mosca, incontrando resistenza sul
pesce, penetri nelle cartilagini labiali di questo………..
Sì da darcene gioia e godimento!
Insomma è tutta quella serie di movimenti, sbracciamenti, impulsi e
spinte per far sì che il pesce -povero cristo- ci rimanga
attaccato.
Ogni tanto il gioco riesce, ma altre volte la mosca ti passa a razzo
sotto il naso, la coda che parte a vuoto fa sull’acqua un casino della
malora e il pesce rimane a guazzo. Capita, no? Allora, oltre a dare la
colpa a tutti i santi “rammentandoli” uno ad uno con voce tenorile, si
vede chi si strappa i capelli o chi con la canna falcia l’erbetta della
riva (cronache dal vero….)
E’ abbastanza comune che la ferrata sia sinonimo di “stangata” e
infatti succede di vedere -sottoscritto incluso- delle solenni cannate.
Tanto che l’elegante recupero all’inglese altro non è che una stupenda
parata in tuffo (sull’acqua,…naturalmente) di Dino Zoff che si getta su
un pesciolotto di pochi grammi che “vola” dall’acqua a razzo. Tipo
Apollo 11.
I ”maestri” raccomandano che la ferrata sia pronta: più pronta di così!...
Lasciando da parte in questo discorso l’incidenza che le varie canne
hanno -per loro azione, potenza o lunghezza- ai fini del ferraggio,
fermiamoci ad analizzare il pescatore.
E’ fuori dubbio che sia importante la prontezza di riflessi. E’ pure
assodato che se la coda in acqua non avrà spire morte, ma se la
tensione sarà tenuta correttamente -fino quasi ai limiti del dragaggio-
ogni impulso del vettino si trasmetterà alla mosca con più
tempestività. Questo in rapporto al tempo. Ed è altresì un fatto che a
volte il tempo debba essere “ritardato” volutamente (senza farlo
diventare scemo, però) perché magari il pesce mangia in un certo modo.
Poi viene la potenza della
ferrata. Come dicevo, di norma si vedono le cannate. Converrebbe allora
centellinarsi
un secchio di infuso di camomilla per far sì che la botta diventi una
cosa meno
violenta. Sarebbe bene riuscire a fare in modo che da tutto il nostro
almanaccare, la mosca subisse -a ferrata eseguita- uno scarto di pochi
centimetri. Ciò permetterebbe, tra l’altro, un godìo maggiore
nell’azione di
recupero che verrebbe a essere più continua. A scopo di allenamento
suggerirei
di esercitarsi a casa o sul lavoro con piccole ferrate sulla moglie,
suocera,
ragazzini particolarmente discoli o colleghi rompiscatole. Ma veniamo
all’angolazione. Di
solito, per istinto la ferrata è verticale. Ovvero la canna si muove in
verticale rispetto all’acqua. Errato! La ferrata deve o dovrebbe tener
conto
della posizione del pesce, di come mangia e della direzione della
corrente in
rapporto alla posizione di chi pesca. Molte
volte capita di sentire il “tik” ovvero di avere per un istante il
contatto con il pesce che poi non….viene. Credo di non sbagliare se
affermo che
ciò è dovuto anche a una ferrata errata.
Forse per precipitazione o
proprio
come angolazione. In questo caso si è strappata via la mosca dalla
bocca del
pesce.Generalizzando
per ovvi motivi di sintesi, direi che pescando “di traverso” dalla riva
sinistra un pesce rivolto alla corrente, davanti a noi o poco a
valle, la ferrata dovrebbe tendere alla nostra sinistra. Viceversa, in
analoga situazione pescando dalla riva destra, la canna dovrebbe essere
azionata verso destra.
Meglio se in
orizzontale. La ferrata verticale in questi casi è una via di mezzo che
spesso va ugualmente bene, ma altre volte può essere causa di catture
mancate. Il perché di questo è facilmente comprensibile se si pensa un
momento alla posizione del pesce e alla necessità di far penetrare
l’amo meglio che si può.
L’azione
verticale è invece valida pescando a risalire esattamente contro
corrente o quando il pesce morde rivolto verso di noi. In quest’ultimo
caso si presuppone di “fregarlo” nel momento in cui inizia la discesa.
Ma sarà bene tenere d’occhio le varie correnti. Si
noti inoltre che in correnti veloci, con coda un po’ “morta” spesso può
essere più vantaggioso arrivare alla penetrazione dell’amo facendo
scivolare la coda che non strappandola dall’acqua. Ovvero ferrando di
lato anziché in verticale. In particolare con la coda che non
è
perfettamente a galla.
E’ comunque vero
che è anche importante, ai fini di una buona ferrata, valutare il modo
in cui il pesce sale alla mosca…….. Ma a volte è così veloce….!
Tutta questa chiacchierata altro non è
che un invito a curare anche il ferraggio del pesce.
Se poi, dandomi retta, li sbaglierete
tutti io non c’entro.
Da parte mia credo che continuerò a
tirar… cannate. Perche?! Mia moglie non mi permette di “allenarmi” come
detto!
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