Dalla Rivista PESCARE – Febbrao 1975
"Pesca a mosca e pesca a frusta"
“Quando
pescavo a mosca con la frusta, ai miei tempi, certe lasche così!” e la
mano sinistra va a misurare il braccio destro nel punto dove di solito
mio nonno portava l’ombrello.
E’ il tipo del pescatore “vecchietto” ma non troppo, che trovi magari
ancorato dietro una canna da fondo, rosso in viso non si sa se per il
freddo o per il vino.
“Già,…ma poi…” A sentire certi pescatori, tutti sono stati dei
frustatori, dei pescatori a mosca. Ma poi hanno optato per il bianco
bacherozzo o la pastetta segreta bollita per ore nel cuore della notte.
Perché? Perché uno che prende bei pesci abbandona la mosca per
dedicarsi ad altra esca? Impossibile. Per esperienza sappiamo tutti che
è rarissimo che chi pratica la mosca con successo molli tutto per altri
sistemi. Casomai è l’inverso. Allora la spiegazione è molto semplice: o
chi ti fa questi discorsi non sa nemmeno di che pelo sia una mosca e
spara balle per non essere da meno (di che poi?), o è uno sbruffone per
natura, oppure si è montato qualche mosca, ma di pesci ne ha presi
pochi e così dopo un po’…via tutto. Quest’ultima ipotesi è spesso più
vicina alla realtà.
E’ chiaro che il nostro amico o è un incostante oppure si è trovato di
fronte a problemi che da solo non è riuscito a risolvere. Ma allora
molto spesso non sarà così leale da riconoscere i propri limiti e andrà
in giro a dicendo che la mosca non prende niente e che è meglio andare
per funghi. E questi sono i tipi più deleteri che esistano, perché in
malafede, nei confronti di quell’opera di divulgazione della pesca a
mosca che viene fatta dalle varie associazioni di moschisti.
Lo stesso risultato a volte lo si ottiene in buona fede attraverso
proprio la più diretta attività di propaganda e diffusione: i corsi.
Dimentichiamo per un momento i molti che così hanno imparato e
soffermiamoci sui pochissimi che non ce l’hanno fatta.
E’ sufficiente un corso male organizzato o tirato un po’ via, o troppo
particolareggiato o un istruttore poco accorto perché qualche neofita
anziché avvicinarsi alla mosca se ne allontani definitivamente.
Lasciando da parte la valanga di termini anglosassoni o il filmino sui
supersalmoni (supercostosi) sui quali peraltro sarebbe bene soffermarsi
un momentino, consideriamo solo il lancio nudo e crudo. Ci sono dei
“polsi” che il tempo lo imparano al volo e allora per l’istruttore
(bello il termine istruttore, vero?) è un godimento unico. Ma c’è anche
il tipo bacchiolatore che ti fa tutte pose di pancia, schiocca, batte
il vettino per terra, ecc. Va a finire che su un gruppetto di cinque o
sei, uno rimane indietro rispetto agli altri. Il momento è critico. C’è
chi rinuncia, chi si arrabbia, chi sparisce proprio. In tal caso chi
sbaglia non è chi impara, ma chi insegna. E qui ci vorrebbe il tipo che
a brutto muso ci ricorda di essere lì per imparare, se non altro per
quella quota che ha sganciato –poco o tanto che sia- e non per vederci
nelle nostre insistenti evoluzioni esibizionistiche.
In definitiva questo diritto ce l’ha e sacrosanto, non fosse altro per
la curiosità, se non passione, di avvicinarsi alla pesca a mosca. Sta
poi ai “vecchi” il compito di far sì che la mosca gli entri nel
sangue. E non è facile, specialmente con i più tiepidi. Bisognerebbe
stargli addosso, fargli prendere almeno un pesce alla prima uscita,
andarci a pescare insieme dopo. Ma c’è l’antipatico, o il rompiscatole
e allora si entra nel campo dei rapporti umani che non possono essere
imposti ma scelti liberamente. Ed ecco che entra allora in ballo
l’utilità dell’associazione. Quel qualcosa che tiene insieme persone
diverse e uguali allo stesso tempo. Quell’organismo dove ciascuno può
riconoscersi in qualcosa, simpatizzare, stringere amicizie, o solo
conoscenze, parlare, discutere, confrontarsi e… andare a pescare con
altri.
Imparare a pescare a mosca. Questo è l’importante tutto sommato. Se
avessi un megafono urlerei pescatori unitevi. Chi avrà spirito
associativo, una volta imparato, forse rimarrà a insegnare ad altri; il
lupacchiotto solitario potrà anche ritirarsi, ma non andrà poi a dire
in giro balle sulla pesca a mosca. O no!?