Gennaio
2020

"Ritorno al futuro"

Per una certa categoria di colleghi può valere la pena precisare che per "mosca" s'intende un artificiale assemblato in modo tale da imitare un insetto o un esserino dei quali i pesci sono usi alimentarsi. Dunque possono essere delle imitazioni di larve, effimere, insetti vari, ninfe o formiche, api, coleotteri, ma anche piccoli pesci o roditori. Lo sappiamo tutti.
Da sempre una "fly" è stata assemblata con materiali naturali quali peli, penne e piume, lane e sete, mentre per quelle destinate a lavorare sottacqua, oltre a una siluette stringata, si è pensato di aggiungere filati di rame o piombo per renderle un po’ più affondanti.
In ogni caso, qualunque "mosca" aveva, ha, o dovrebbe avere le sembianze dell'originale e in questa somiglianza è racchiusa l'essenza fondamentale di questa tecnica unitamente  alla sua proiezione come vedremo più avanti.
Nel tempo, nella vasta famiglia delle tecniche di pesca, si sono succedute e sviluppate varie pratiche, una parente dell'altra, e ciascuna pare aver fatto da apripista ad altre, con crescenti peculiarità e specializzazione.

Partendo dalla Pesca a Mosca e andando a ritroso nel tempo, la sua cugina di primo grado è lo Spinning, espressione moderna della pesca con il cucchiaino, dove l'amo (o l'ancoretta) supporta un pezzetto di metallo lucente di una determinata foggia, che sotto la trazione del recupero  ruota o ondeggia a imitazione di un pescetto in difficoltà. Per anni l'hanno fatta da padrone i cucchiaini rotanti Martin e Mepps insieme agli ondulanti ABU ecc. ecc.
Poi apparvero i Rapala, imitazioni in  legno di pesci, sia galleggianti che affondanti, per dare spazio, negli anni successivi, ad altre esche rigide quali gli Heddon, Rebel, Cotton Cordel e altri mille marchi e modelli  dove la plastica sostituì il legno. Infine i più attuali vermoni e le esche siliconiche dalle svariate forme paiono aver preso il sopravvento con il supporto di profumazioni attrattive le più stravaganti ed efficaci.

Nel periodo  della diffusione di televisori,  lavatrici e frigoriferi, la modernità e l'impiego del mulinello favorirono  la Camolera e il Piombo Lungo, due tecniche sorellastre di terzo grado della Valsesiana; attraverso l'adozione di un trenino di più mosche consentivano di "rastrellare" il fiume in una inconsapevole  interpretazione di consumismo. Oggi tali tecniche sono per lo più vietate, ma se ne ritrovano tracce palesi nei finali con due ninfe, o nei dropper,  per spremere,  con il  massimo di risultati,  le poche ore del nostro svago sul fiume, nonché il fiume stesso.

E arriviamo alle  zie della Pesca a Mosca che sono la Pesca a Frusta e la Valsesiana, ovvero due tecniche simili caratterizzate da una corta canna, una lunga lenza da manovrare sapientemente per proiettare un insetto o una mosca  artificiale.
Nel frattempo, grazie alla globalizzazione, i parenti dell'estremo oriente ci hanno trasmesso la loro tradizione, la Tenkara, assai simile alla Valsesiana, impregnandola con simbologie orientali di tutto rispetto, ma non inferiori ai dettami della Pesca a Mosca con coda di topo di derivazione franco-anglosassone dei quali beneficiamo da un secolo e più.

Ed eccoci alla decana della pesca tradizionale, la Pesca a Passata, esercitata con una lunga canna e un'esca solitamente costituita da un vermiciattolo sostenuto dal galleggiante che segnala anche l'abboccata. Una pesca semplice, con la quale anche  i ragazzini si cimentano ai loro esordi. Tuttavia, nel tempo, la sua pratica può portare a una vera specializzazione.

Infine abbiamo la trisavola della pesca con la lenza, risalente nella notte dei tempi, 
ovvero la Pesca al Tocco, dapprima praticata a mano, semplicemente con il filo, un peso  e un'esca gettata nelle correnti e successivamente esercitata anche con la canna.

Sia lo Spinning, la Passata o la Pesca al Tocco  effettuano la proiezione in acqua dell'esca grazie al suo peso,  mentre la Valsesiana,  la Frusta e la Tenkara necessitano di un lancio di
un'abilità specifica non improvvisabile in virtù del peso insignificante dell'esca. Tale difficoltà si  manifesta con maggiore evidenza nella Pesca a Mosca con coda di topo tant'è che per arrivare a una proiezione soddisfacente occorrono alcune ore d'insegnamento, esercizio e allenamento. Sopprimendo questa fase ci si arrangia alla meno peggio, rinunciando a uno dei due fattori precipuo della Pesca a Mosca, il lancio, anche se non estremamente tecnico.

Dunque, oltre a rendersi indispensabile l'impiego dell'artificiale "mosca" sopra descritta e assemblata secondo certi canoni, la tecnica di lancio della coda di topo (sia in seta che apprettata) è fondamentale per poter identificare  specificatamente le quattro sorelle che costituiscono la Pesca a Mosca, ovvero la mosca secca, sommersa, ninfa e streamer.
Ciascuna delle quattro ha il suo fascino, ma anche una sua tecnica specifica che la differenzia dalle altre, e all'interno di queste si impongono regole non scritte, o limiti dettati dalla tradizione, oltre ai quali quella tecnica perderebbe la sua valenza per scivolare in qualcosa di diverso, anche sostanzialmente diverso,  magari per l'inopportuna ingerenza di certe"parentele lontane" che ne snaturano i cromosomi.

Ce lo possiamo immaginare un maestro giapponese che pratichi la Tenkara senza il rigore tecnico o morale che la caratterizzano, o con improvvisata approssimazione? Certamente no.
Allora non ci si spiega  come mai molti colleghi pratichino la pesca a mosca fuori dai suoi schemi, dai canoni, o dalla sua etica. Siamo forse più sciatti dei giapponesi?
Eppure la tradizione della nostra Pesca a Mosca è altrettanto nobile e radicata.
Ma a dispetto di ciò in molti casi si assiste a uno "sbracamento" più o meno generalizzato e probabilmente la causa è da ricercare nel fai-da-te telematico che "mostra" certe pratiche di pesca ma "non insegna" la Pesca a Mosca.
Giorni fa leggevo…
"I cugini d`oltralpe francesi sono avanti. Pescano con l`attrezzatura da "tocco" con le ninfe piombate e esche naturali in alternativa e per i più raffinati esiste una specie di canna ibrida, che assomiglia a una canna da mosca, però con anellatura da mulinello a bobina fissa. Il porta-mulinello è verso il fondo e accoglie sia i mulinelli normali che quelli da mosca. Anche in questo caso la promiscuità di esca artificiale/naturale é scontata. Quello che mi lascia veramente perplesso è la mentalità che fa scaturire queste soluzioni. "

La casistica delle manifestazioni dubbie o discutibili spazia dalle infinite catture ipocritamente giustificate dal C&R, agli invadenti galleggianti, o piombini sul finale, a mosche assemblate con plastiche, elastici e vernici, a ninfe la cui sola prerogativa ed essenza è il peso eccessivo, ai perdigones,  piombi abnormi dal profilo simile alle supposte delle quali paiono avere la finalità, ad altre con minipalette o eliche  "per emettere vibrazioni". Per non accennare a fac-simil-pane o altre amenità.

Dove sono finite la cura, lo studio e l'attenzione nel realizzare una "imitazione" credibile o il modo elegante, tecnico e sportivo di presentarle?
Quella "cosa" alla quale spesso assistiamo è ancora pesca a mosca, o è spinning, passata, o tocco?
Insomma, per l'ansia da catture, molti praticanti riversano nella moderna "pesca a mosca" di tutto e di più, attingendo dalle infinite tecniche, con incroci e incesti, banalizzando e snaturando la Pesca a Mosca che sta perdendo la sua specificità e identità. Una perdita culturale preoccupante della quale a molti pare non interessare un piffero: basta catturare. 
Il peggio è che questo lassismo viene giustificato e spacciato per "evoluzione moderna della pesca a mosca".
Ci sono voluti anni, decenni, per insegnare e diffondere la Pesca a Mosca, ne abbiamo fatto crescere la tecnica e la mentalità ed assistere a questo scempio, questa sciatta promisquità da parte di alcuni è disdicevole oltre che doloroso.

Tutto sommato  non è interessante  se Tizio o Caio pescano  nel modo che loro aggrada, nel rispetto delle norme sono ben liberi di farlo, ma sarebbe auspicabile che nel momento in cui si definiscono pescatori a mosca, fossero consapevoli di cosa essa sia, perché la Pesca a Mosca è un'idea, uno stile, un modo di essere pescatori e non un modo banale per prendere dei pesci.
Penso che oggi non sia essenziale né auspicabile essere grandi catturatori o grandi pescatori, ma pescatori diversi, appagati più da come ci comportiamo che dalle  tante o facili catture.


Pesca il pesce che
ti interessa